Molti genitori sono abituati a lasciare i propri figli davanti agli schermi (TV, computer, tablet, smartphone) come se si trattasse di sostituti baby-sitter o compagni di gioco, per intrattenerli e distrarli in modo da poter lavorare, svolgere le proprie attività domestiche, prendersi un po’ di libertà o qualche momento di relax in un mondo frenetico e con mille impegni.
È senza dubbio un metodo che funziona, ma vi siete chiesti mai se c’è un rovescio della medaglia? Quali sono gli effetti di una prolungata esposizione agli schermi nei bambini?
Il termine “screen time”, tradotto in italiano come “tempo schermo”, è l’unità di misura del tempo che si passa davanti a schermi visivi di tipo elettronico quali ad esempio televisori, monitor, telefoni cellulari, tablet con un atteggiamento sedentario, escludendo i videogiochi che prevedono movimento o attività fisica.
Globalmente si stima che i bambini tra i 6 e 14 anni passano davanti agli schermi quasi 3 al giorno, che corrispondono a circa 45 giorni all’anno. Il mondo scientifico attualmente ha iniziato a concentrarsi maggiormente sugli effetti del “tempo schermo” anche in considerazione degli effetti della pandemia Covid-19: basti pensare che la quota di bambini ed adolescenti tra i 3 e 19 che passavano davanti agli schermi più di 2 ore al giorno è aumentata di quasi 6 volte durante il lock-down in Italia, Portogallo e Spagna.
Oltre ai conosciuti effetti sull’aumentato rischio di obesità, fattori di rischio cardiovascolari e disturbi del sonno, gli studi dimostrano che l’aumentata esposizione agli schermi aumenta il rischio di depressione, ansia, disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività (ADHD), disturbi del comportamento e dell’apprendimento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che i bambini con meno di 2 anni non passino del tempo davanti agli schermi e che i bambini tra i 2 e 4 anni non vi passino più di un’ora al giorno. La Fondazione Carolina, che collabora con la Società Italiana di Pediatria, su https://www.minorionline.com/ completa queste raccomandazioni nel seguente modo:

0-2 anni
non utilizzare dispositivi digitali per intrattenere o per calmare i bambini;
2-5 anni
non superare un’ora di esposizione al giorno;
5-8 anni
di età dedicare meno di due ore al giorno;
9-15 anni
limitarne l’uso alle tre ore al giorno (indipendentemente dal device).
3-6 anni
nessun accesso a internet;
6-9 anni
videogiochi e accesso al digitale per musica e video ma niente dispositivi in camera;
9-14 anni accesso a internet graduale e controllato, concordando le regole per l’utilizzo dei device.
Fino ai 13 anni si sconsiglia l’uso di social network o messaggistica.
Aggiungono inoltre che in generale, a qualsiasi età, si consiglia di non utilizzare schermi o dispositivi durante i pasti e almeno un’ora prima di andare a dormire.
L’infanzia è un periodo magico per lo sviluppo, soprattutto nell’età che va tra gli 0 e 3 anni. Esistono molte ragioni per ridurre l’esposizione dei bambini agli schermi, per esempio abituarli alla noia, che stimola l’immaginazione e sviluppa le loro capacità di gestione delle frustrazioni senza dipendere da altre persone o intrattenimenti. Inoltre, sostituendo il volto dei genitori con uno schermo verranno limitate le capacità di relazione e lo sviluppo dell’empatia dei bambini. Non dimentichiamo inoltre che l’esposizione agli schermi riduce come conseguenza il tempo dedicato ad attività che aiutano il loro sviluppo cerebrale, come giocare o interagire con altri bambini!
Su https://www.minorionline.com la Fondazione Carolina fornisce ulteriori approfondimenti, tips per aiutarti nell’affrontare la navigazione su internet in età pediatrica ed è presente anche un quiz online per valutare le tue conoscenze sul tema.
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https://www.minorionline.com. Ultimo accesso: 15 Marzo 2024
Autore: Diana Menis